YOGA E MEDITAZIONE

L’accezione con cui si è diffusa la pratica yogica in Occidente attiene quasi esclusivamente alle posture fisiche, asana, che in realtà ne costituiscono una parte irrisoria. L’antica disciplina dello Yoga ha una caratterizzazione ben più ampia, come suggerisce il nome stesso, la cui radice sanscrita yuj (lett. unire, collegare), si riferisce al collegamento del sé individuale al Sè Divino, fine ultimo della disciplina stessa; essa costituisce una delle sei brache della conoscenza vedica (Shad Darshana), e rappresenta l’applicazione pratica, corrispondente alla psicologia, di un’altra di queste sei discipline, il Samkhya (lett. enumerazione), assimilabile alla filosofia. Risulta molto interessante come nella Psicologia di matrice indovedica, cioè relativa all’India, ai Veda ed ai commentari dei Veda, lo studio non si limiti alla mente così come intesa dalla Psicologia positivista occidentale, bensì includa l’originaria accezione del termine psyché, ovvero ‘anima’. Il sistema psicologico indiano risulta molto complesso e precede di millenni le intuizioni Freudiane circa l’inconscio, poiché raccoglie in sé la descrizione di diversi livelli di psiche, di mente e di tracce psichiche inconsce alla base della nostra personalità. (Per un approfondimento esauriente di queste dinamiche si consiglia la lettura del testo Pensiero, Azione, Destino di Marco Ferrini). L’autore che indubbiamente ha tratto maggiori spunti dalla psicologia indovedica è indubbiamente Carl Gustav Jung, il quale afferma: “Lo Yoga è l’espressione più eloquente dello spirito indiano, una conquista spirituale che rappresenta una delle cose più grandi mai create dallo spirito umano”. C.G. Jung Opera Completa, vol. XI, pag.56. Il mistico indiano Patanjali, considerato per eccellenza il più grande autore in materia yogica, colui al quale è riconosciuto il merito di aver compilato il più grande trattato sullo yoga esistente (Yoga Sutra), ha identificato diverse fasi di tale pratica, di cui il penultimo, di grande importanza è la meditazione (dhyana). La meditazione, preceduta dalla concentrazione (dharana), è uno strumento potentissimo di introspezione e di evoluzione di sé stessi; questa disciplina, i cui benefici sono ormai riconosciuti e validati dal panorama scientifico internazionale, non può essere improvvisata, ma richiede impegno e costanza. Non si configura come esercizio sporadico da svolgersi una tantum, ma come pratica vera e propria, come stile di vita i cui benefici sono proporzionali all’impegno investito e dedicato. Attraverso la meditazione è possibile accedere a stadi interiori altrimenti preclusi e sviluppare quel benessere e soddisfazione intrinsechi alla nostra natura spirituale, che travolti dai ritmi incessanti della quotidianità tendiamo a dimenticare, non vale quindi la pena provare a fermarsi un attimo, porsi in ascolto di sé stessi con accoglienza ed empatia? Esistono diverse tecniche di meditazione, sviluppate nel corso dei millenni da differenti tradizioni spirituali, attraverso i corsi è possibile, individualmente o in gruppo, sperimentarle e comprendere quale si sente più affine a sé per una pratica quotidiana. Gli incontri hanno una cadenza settimanale ed una durata di un’ora in sessioni individuali o di un’ora e mezza in sessioni di gruppo.

Le principali tecniche di meditazione presentate saranno:

CONCENTRAZIONE E PRESENZA MENTALE
Alla base di qualsiasi pratica meditativa deve necessariamente esserci una buona capacità di concentrazione (in sanscrito dharana), per esercitare questa pratica propedeutica è possibile utilizzare un elemento interno o esterno al praticante. Quando, indipendentemente dal seme (bija) su cui si mantiene l’attenzione, la coscienza diviene fissa sul momento presente, con intenzione, attitudine amorevole rispetto ai propri contenuti mentali e sospensione del giudizio, si parla di piena consapevolezza, o, secondo un termine divenuto noto in Occidente grazie in particolare all’opera di Jon Kabat Zinn, di mindfulness, disciplina che fonda le proprie radici nella tradizione buddista.

VISUALIZZAZIONE MEDITATIVA
Il modello olografico esposto da Michael Talbot ipotizza che, dal momento in cui tutte le esperienze sono in realtà processi neurofisiologici che avvengono nel cervello, questo non è in grado di rilevare alcuna differenza in termini di reazioni fisiologiche tra l’immaginazione e realtà e dunque l’immagine memorizzata di qualcosa può avere lo stesso effetto sui sensi della cosa stessa. Sulla base di questo presupposto teorico, successivamente validato scientificamente, si fondano i diversi protocolli di visualizzazione esistenti.
Attraverso la visualizzazione creativa è possibile evocare immagini mentali positive che ci accompagnino lungo il nostro percorso evolutivo, sostenendo la creazione di un benessere interiore stabile e duraturo.

MEDITAZIONE MANTRICA
Il termine sanscrito mantra significa ‘strumento di pensiero’, e anche ‘ciò che protegge la mente’. La vibrazione sonora del mantra, infatti è carica di energia spirituale e possiede un enorme potenziale trasformativo dell’energia psichica, che viene armonizzata e protetta da pensieri negativi.
Nei Veda il suono rappresenta la natura di tutto ciò che è manifesto e che possiede quindi una certa intensità e frequenza, infatti, secondo la tradizione hindu, è proprio da un suono primordiale, la sillaba AUM, che l’Universo stesso ha avuto origine.

MINDFUL WALKING ®
unisce al movimento più naturale che esista, il camminare, l’allenamento delle proprie abilità mentali di concentrazione e motivazione, al fine di acquisire uno stile di vita positivo, espandere la propria consapevolezza ed implementare il proprio benessere. Tale pratica è ideale per chiunque conduca una vita sedentaria e non abbia un approccio positivo al movimento, per chi fatichi a rilassarsi assumendo una posizione statica e per chiunque sia alla ricerca di un approccio di rilassamento alternativo a quello più classicamente conosciuto.

MINDFUL RUNNING ®
è un protocollo ideato e sviluppato, come il precedente, da Andrea Colombo, psicologo e campione olimpico di atletica leggera, che unisce mindfulness e corsa. Questa disciplina è indicata sia per chi già pratichi, sia per chi per la prima volta desideri avvicinarsi al mondo della corsa per trarre un effetto benefico di rilassamento che risulta potenziato non solo dall’attività fisica all’aria aperta, ma anche dalla possibilità di imparare a controllare la propria mente in una situazione di fatica fisica, dove quindi lo stress è massimo.

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